«Per quel che riguarda la situazione degli Anauni, dei Sinduni e dei Tulliassi, per i quali il relatore dice di avere appreso che in parte era "aggregata" ai Tridentini e in parte no, anche se ritengo che non possano dichiarare di possedere la cittadinanza romana con fondati motivi, tuttavia, poiché mi si riferisce si siano trovati in questa condizione da molto tempo, e che siano in stretti rapporti con i Tridentini in modo tale da non poterne essere separati senza grave danno per quello splendido municipio, permetto, per mia concessione, che mantengano la condizione giuridica che credevano di possedere, anche perché parecchi di loro si dice facciano parte del mio pretorio, e che alcuni addirittura siano stati ufficiali dell’esercito, e che non pochi amministrino la giustizia nelle decurie di Roma.
Concedo loro tale beneficio, per cui, qualunque attività o azione giudiziaria abbiano intrapreso come se fossero stati cittadini romani, fra di loro o con i Tridentini o con altri, ordino che siano ritenute valide; e permetto loro di mantenere i nomi da cittadini romani che, in passato, avevano preso.» (Tavola Clesiana, righe 22-37)
Nel 1869, nella località Campi Neri di Cles, viene scopertauna lastra di bronzo di epoca romana, denominata Tavola Clesiana. Contiene l’editto di Claudio del 46 d.C. che concede lacittadinanza romana agli Anauni, ai Sinduni ed ai Tulliassi, che si eranotalmente integrati nel mondo romano da comportarsi da cittadini romani pur nonavendone il diritto. Oggi è conservata presso il Museo del Castello delBuonconsiglio a Trento.